La bellezza c’è, esiste ed è appena poco più in là, dopo il rifugio, quello facile da raggiungere, sul pendio opposto a quello della seggiovia, lì, dove finisce l’asfalto e comincia il mondo alpino, quello lontano da tutto, quello con l’aria sottile ed i pensieri puri e leggeri.
Pianificare un percorso in bicicletta vicino a casa è difficile come trovare un angolo sconosciuto nella tua camera da letto e pensare a quattro giorni con i compagni di pedalate significa distillare il meglio dei luoghi che conosci. Leggere una mappa per trasformare ogni riga gialla, bianca o tratteggiata, in una strada per biciclette, amici, sudore e divertimento.
Il risultato è stato questo.
Montagne, carrarecce e pietre, molte pietre, tonde appuntite quadrate piramidali pietre che schizzano via e pietre che rallentano l’andatura, pietre da evitare e pietre che evitare non puoi, bici che si sfasciano, offese dalla durezza della strada, tende, tramonti, falò, risate, zuppe calde, vino e freddo.
Poi il timore del nulla e del silenzio. Il fastidio del freddo e l’immenso dei cieli stellati. Vedersi trasformare, a un passo da casa, in poco tempo, in una persona diversa, in ascolto con l’essenza del vivere. Vedere i tuoi compagni fare lo stesso, in modi diversi e in tempi diversi.
Ogni giorno succede qualcosa, sempre diversa o forse sempre la stessa, una nuova cima, un nuovo versante, un nuovo scorcio.
E noi lì. Bellissimi nella bellezza come solo le cose crude ed essenziali sanno essere.
Simone Bracco